La propagazione del Coronavirus nel nostro Paese sta avendo un ritmo esponenziale, arrivando ieri a superare i 10.000 casi. Erano poco più di 200 lo scorso 24 febbraio, cioè due settimane fa. La diffusione del virus in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti (ma anche Belgio, Olanda e Svizzera) sta avendo un andamento che è quasi esattamente sovrapponibile a quello che abbiamo vissuto noi, solo con alcuni giorni di ritardo. Siamo partiti prima noi, ma gli altri seguono a ruota nel nostro stesso percorso di crescita.
La circostanza è di assoluto interesse: questi Paesi possono sapere, con un possibile ma non rilevante margine di errore, cosa possono aspettarsi nei prossimi giorni, e quindi prepararsi con un certo anticipo ad affrontare la situazione.
Secondo i dati elaborati da Silvia Merler (Algebris Policy & Research Forum), ma anche contemporaneamente ed indipendentemente da Mark Handley (University College di Londra), la Germania è 10 giorni indietro rispetto all’Italia, cioè i primi significativi casi tedeschi si sono manifestati 10 giorni dopo rispetto ai primi significativi casi italiani. Ma per il resto i contagi stano aumentando allo stesso ritmo.
La Francia è indietro di 9 giorni, come la Spagna. Gli USA di 16 e la Gran Bretagna di 13. Semplificando, ci si potrebbe aspettare che gli Stati Uniti tra poco più di due settimane si troveranno nella nostra condizione attuale.
Ecco cosa dobbiamo suggerire a questi Paesi: attuare subito concrete e significative misure di contenimento per ridurre e arrestare la diffusione del virus. Altrimenti ciò che gli aspetta è di continuare a replicare il drammatico andamento dell’Italia.
Fonte: La Stampa Online